Le Onde d'urto
- Pubblicato: Giovedì, 15 Ottobre 2015 22:38
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Le onde d'urto sono onde sonore ad alta densità di energia. Nascono nel campo urologico per distruggere i calcoli renali (litotrissia) e solo negli anni 80-90 si iniziò l'applicazione ai tessuti molli e ossei in ambito ortopedico e fisioterapico.
Esistono diversi generatori di onde d'urto ( sistema elettroidraulico, sistema elettromagnetico, sistema piezoelettrico), ma nel campo fisioterapico le più utilizzate sono quelle prodotte dal sistema balistico: nella canna dell'applicatore, per impulsi dati dall'aria compressa, si muove un proiettile che urta su una membrana di trasduzione che vibrando dà origine a un'onda d'urto.
L'efficacia delle onde d'urto risulta essere correlata a due effetti: l'effetto diretto dell'impulso sul tessuto nella zona bersaglio, caratterizzato dalle variazioni di pressione, e l'effetto indiretto di "cavitazione" provocato dalla depressione susseguente l'impulso.
Gli effetti biologici determinati dall'onda d'urto sono molteplici; fra i più rilevanti c'è l'effetto analgesico (contro il dolore), rilevabile in alcuni casi, già dopo il primo trattamento. Al trattamento con onde d'urto segue un altro importante effetto che è quello anti-infiammatorio. Infatti l'aumentato apporto di sangue, mediato dalla neo angiogenesi (formazione di nuovi vasi), determina il washout (drenaggio) dei fattori pro-infiammatori e l'effetto trofico (nutritivo) nei confronti del tessuto lesionato.
L'azione iperemizzante, cioè di aumento locale di sangue, è presente anche in altre terapie (tecar, laser ad alta potenza, ultrasuono, ipertermia) ma in queste l'effetto è legato a una vasodilatazione, quindi aumento del calibro vasale, mentre con le onde d'urto l'aumento locale di sangue è determinato da un numero maggiore di vasi.
Questo effetto è molto utile in tutte quelle lesioni come tendiniti, fibrosi, calcificazioni caratterizzate da scarsa vascolarizzazione che con il tempo tendono a cronicizzarsi portando più dolore e maggiori limitazioni funzionali ma, frequentemente proprio su queste patologie si ottiene un efficace azione terapeutica che permane nel tempo in termini di effetto analgesico e anti-infiammatorio.
È da chiarire che, contrariamente a quanto si pensa, l'onda d'urto non frantuma la calcificazione, ma piuttosto stimola il sistema biologico a riassorbirla mediante processi riparativi e anti-infiamatori possibili grazie alla formazione di un nuovo letto vascolare.
Molto importante è infine l'effetto che le onde d'urto hanno sulle patologie dell'osso come nella pseudoartrosi, ritardi di consolidazione e necrosi idiopatica della testa del femore per la loro stimolazione verso le cellule dell'osso (osteoblasti) a produrre sostanze che alimentano la guarigione.
Le indicazioni terapeutiche per l'onda d'urto sono moltissime fra le più importanti ci sono le tendinopatie croniche inserzionali cioè infiammazioni croniche del tendine al livello della sua inserzione ossea che spesso sono resistenti ad altri trattamenti e che comprendono: l'epicondilite, l'epitrocleite, la tendinopatia rotulea, la tendinopatia trocanterica, la tendinopatia della zampa d'oca, la tendinopatia dell' Achilleo.
Inoltre giovano di questo trattamento anche le tendinopatie inserzionali calcifiche come nelle patologie di spalla (tendinite del sovraspinoso) o del piede (spina calcaneare o calcificazioni del tendine d'Achille).
Altre indicazioni che hanno un riscontro molto positivo a questa terapia sono la fascite plantare, le fratture da stress (frequenti negli sportivi) , la periostite (tipica al livello tibiale nei podisti), la pseudoartrosi, la necrosi ossea (fase precoce) e la sindrome dolorosa del grande trocantere.
Ci sono però da considerare anche alcune controindicazioni alla terapia con onde d'urto come nei casi di gravidanza, di tumori, di disordini della coagulazione, di ferite o infezioni nell'area di applicazione e di portatori di pace-maker.
Il trattamento è di breve durata, dai 10 ai 15 minuti. Il numero delle sedute e la loro frequenza variano a seconda della patologia da trattare; nella maggior parte dei casi sono sufficienti 3/5 sedute con frequenza settimanale.
Per accedere alla terapia a onde d'urto occorre sottoporsi ad una visita specialistica preventiva per accertare le indicazioni, programmare un corretto protocollo terapeutico necessario per ottimizzare i risultati e verificare che non vi siano controindicazioni. Oltre all'esame clinico sono talvolta necessari un'esame radiografico o un'ecografia o una risonanza magnetica.
Al trattamento con onde d'urto è utile associare un programma di rieducazione funzionale "personalizzato" per velocizzare la risoluzione della patologia e consolidare il risultato ottenuto trattando la causa della patologia.
L'efficacia e la non invasività di questa opportunità terapeutica ha aperto nuovi orizzonti nel trattamento di alcune fra le più frequenti patologie dell'apparato muscolo-scheletrico, che spesso non rispondono al altri tipi di terapie, prima di doversi sottoporre a infiltrazioni locali o operazioni chirurgiche.