La riabilitazione dopo la protesi al ginocchio | Articoli | studio fisioterapia Roma  

La riabilitazione dopo la protesi al ginocchio

RIABILITAZIONE POST CHIRURGICA NELL’ARTROPROTESI DI GINOCCHIO

 

 La presente linea guida dovrebbe essere applicata da tutto il team riabilitativo che a vario titolo cura la riabilitazione della protesi di ginocchio, ricordando che ogni protocollo va poi adeguato alle caratteristiche soggettive del paziente.protesi-ginocchioprotesi del ginocchio

Obiettivi del trattamento riabilitativo

Prevenzione pericoli legati all’immobilizzazione a letto

  • trombosi venosa profonda
  • embolia polmonare
  • ulcere da decubito


Garantire un’adeguata ripresa funzionale

  • potenziamento muscolatura ginocchio
  • ripresa AVQ requisito minimo raggiungimento flessione 90°
  • permettere deambulazione autonoma con/senza ausilio di supporti.

Giorno zero:

Il giorno zero è quello in cui viene effettuato l’intervento e nel quale comincia il trattamento riabilitativo mediante la somministrazioneprotesi al ginocchio radiografia di un farmaco atto a prevenire la trombosi venosa profonda, che verrà sospeso al ventottesimo giorno post- operatorio.

A)    Mobilizzazione di caviglia

mobilizzazione-caviglia

 

 

 

 

 

 

B)    Immobilizzazione arto operato in doccia di gommapiuma con cuscino sotto caviglia per ottenere la completa estensione del ginocchio

Dal primo al secondo giorno post-operatorio

In questo lasso di tempo viene svolta:

- Ginnastica isometrica mm. glutei-quadricipide-ischiocrurali
- Ginnastica collo piede
- Crioterapia
- Deambulazione con tutore bloccato 0° (carico parziale 50%) con girello.

Terzo giorno post-operatorio

In questo giorno inizia la riabilitazione mediante:

- Kinetec: a partire da 20° di flessione ed aumentando di 5°/ die fino a raggiungere i 120° (mobilizzazione continua passiva completa) 2-3 ore al giorno.
- Lavoro attivo/ passivo in estensione
- Crioterapia
- Insegnare al paziente ad eseguire i passaggi posturali

  • Dal letto alla sedia
  • Dalla sedia ai servizi igienici

 

Quinto giorno post-operatorio

Nel quinto giorno la riabilitazione è composta da:

- Ginnastica propriocettiva: recupero veloce del controllo e della forza del quadricipite, per permettere al paziente di deambulare senza tutore.
- Massoterapia per favorire la lisi di aderenze periarticolari.
- Crioterapia

propriocezione del ginocchio

ginnastica propriocettiva

 

 

 

 

 

 

 

Dal sesto al quattordicesimo giorno post-operatorio

Durante questo periodo avviene l’aumento progressivo del carico fino a raggiungere il 100 %.

- La deambulazione con due canadesi con carico totale a 2 tempi

E’ indispensabile che il paziente raggiunga un range articolare di 0°- 90° nelle prime due settimane.

- Esercizi di mobilizzazione attiva- assistita per estensione e flessione in catena cinetica aperta.

- Crioterapia

riabilitazione ginocchio

esercizio ginocchio tavoletta propriocettiva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal quindicesimo al ventesimo giorno post-operatorio

In questo periodo vengono rimossi i punti di sutura se la ferita lo consente :

- Massaggio di scollamento della rotula dopo rimozione punti
- Il paziente è sottoposto ad idroterapia
- Esercizi di auto- allungamento alla spalliera (catene posteriori)
- Elettrostimolazioni del vasto mediale e laterale.

Ventunesimo giorno post-operatorio

Nel ventunesimo giorno post-operatorio viene effettuato l’esame stabilometrico e baropodometrico.
La riabilitazione è svolta mediante:
- Deambulazione con una canadese in controlaterale ma solo se la flessione è maggiore di 90° e l’estensione è completa
- Parallele con ostacoli
- Scale
-Training stabilometrico
- Semipiegamenti fino a 90° bipodalico (squat in catena cinetica chiusa)

esercizio con fisioterapista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trentunesimo giorno post-operatorio

La riabilitazione è caratterizzata da:
- Deambulazione senza ausili
- Piegamenti completi con flessione maggiore di 90°.(squat monopodalico)
- Step a cicli ripetuti

 

N.B. L’abbandono di ogni ausilio per la deambulazione è legato al grado di “sicurezza” del paziente.

Dott. Fabio Cerza