Epicondilite
- Pubblicato: Domenica, 29 Marzo 2020 00:00
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L’epicondilite è noto anche come “il gomito del tennista” benché la stragrande maggioranza dei soggetti affetti non pratichi tale sport. Il gomito è un complesso articolare costituito da 3 diverse giunzioni: articolazione omeroulnare e omeroradiale che permettono la flesso-estensione, e radioulnare che permette la prono-supinazione. Tutte sono comprese in una capsula articolare comune la quale, rinforzata da vari legamenti (collaterale mediale e laterale) e dalla membrana interossea, svolge una funzione di mezzo di unione.
L’epicondilite è una entesopatia, ovvero una sofferenza del tendine nella prossimità dell’inserzione ossea: in questo specifico caso si tratta di un’affezione del tendine comune degli estensori sull’ epicondilo. È dunque una tendinopatia inserzionale ove il processo flogistico(infiammazione) interessa l'inserzione dei muscoli epicondilei estensori dell'avambraccio, che originano dall'epicondilo laterale del gomito (situato in prossimità della sporgenza ossea nell'estremità infero-esterna dell'omero). I muscoli e i tendini che si inseriscono nell'epicondilo laterale sono responsabili dell'estensione del polso o delle dita della mano.
È una malattia che, se non trattata correttamente, può peggiorare nel tempo.
L'epicondilite laterale è spesso determinata da un sovraccarico funzionale, cioè da un uso eccessivo e continuato del gomito, ed è tipica dei soggetti che, a causa di particolari attività sportive o professionali, sono costretti a ripetere determinati movimenti.
Più approfonditamente e da un punto di vista epidemiologico, il periodo di massima insorgenza dell'epicondilite è quello compreso tra i 30 e i 50 anni di età, anche se chiunque può esserne colpito qualora vi sia l'esposizione ai relativi fattori di rischio, quali ad esempio:
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Attività lavorative o ricreative: Persone che svolgono lavori che comportano movimenti ripetitivi del polso e del braccio hanno più probabilità di sviluppare il gomito del tennista.
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Alcune attività sportive: Svolgere sport con la racchetta( tennis, squash, badminton, sport di lancio, golf etc) aumenta il rischio di sviluppare il gomito del tennista, soprattutto se si gioca per la prima volta, con una tecnica scarsa o con attrezzatura non adeguata e muscoli della spalla e del polso poco allenati.
Cosa succede prima e dopo la comparsa del dolore?
Nelle fasi iniziali quando ancora il dolore non è tale da causare un’incapacità del gesto o di un movimento semplice, la persona incoscientemente cerca di non sfruttare troppo il lavoro del gomito, andando a sovraccaricare strutture mio-fasciali in prossimità dell’epicondilo quali la membrana interossea ed i muscoli estensori e supinatori.
Nella fase invece in cui il dolore è conclamato ed è difficile anche compiere i gesti più semplici senza avvertire fastidio, le strutture sopracitate tendono ad addensarsi maggiormente ed inoltre possono esservi ripercussioni alle articolazioni a valle (polso) e a monte (spalla).
Possiamo affermare che i sintomi dell’epicondilite laterale/gomito del tennista si sviluppino gradualmente. Il dolore inizia con lieve intensità e lentamente peggiora nel corso di settimane e mesi. Generalmente non vi è una specifica lesione traumatica associata all'esordio del quadro clinico.
Segni e sintomi dell'epicondilite laterale sono prevalentemente il dolore e tumefazione/gonfiore localizzati sulla parte esterna del gomito, ovviamente in corrispondenza dell'epicondilo laterale;
Dolore nella parte esterna dell'avambraccio, appena sotto il gomito (in corrispondenza dei muscoli epicondilei che si inseriscono). Il dolore può anche irradiarsi lungo l'avambraccio verso il polso e nella parte posteriore della mano. La forza nella prensione è debole e dolorosa, anche quando si stringono tra le mani oggetti piccoli e relativamente pesanti.
È possibile presenza, negli stati più avanzati, di rigidità mattutina.
Spesso possono esservi aggravamento e peggioramento dei sintomi se associati a movimenti del polso come l’estensione e i movimenti di sollevamento, altresì movimenti di torsione dell’avambraccio, come quando si gira una maniglia della porta o si apre un barattolo. Il braccio dominante è colpito con maggiore incidenza, tuttavia entrambi gli arti possono essere colpiti. Il dolore associato all'epicondilite laterale può essere di lieve o grave intensità (può essere avvertito anche quando il braccio viene tenuto a riposo).
Un episodio di epicondilite laterale può durare, di solito, tra i sei mesi e i due anni. Tuttavia, la maggioranza delle persone tende a recuperare entro un anno.
La Diagnosi si basa su test clinici come la dolorabilità alla palpazione, positività al test di Cozen(dolore all estensione contro resistenza di polso e dita a gomito esteso) e Mills coadiuvati dalle indagini strumentali tramite RX, RMN, Elettromiografia.
TRATTAMENTO
Come accennato il dolore può persistere per diverse settimane o mesi, il primo passo per la guarigione è il riposo soprattutto nella fase acuta dell’infiammazione e l’utilizzo di un tutore; l’applicazione regolare di ghiaccio può aiutare a ridurre lo stato infiammatorio. Per la terapia medica si raccomanda di rivolgersi al medico competente.
La Fisioterapia risulta essere incisiva con tecniche di terapia manuale tramite mobilizzazione dei tessuti e manipolazione delle articolazioni per ridurre dolore e rigidità soprattutto nelle fasi iniziali quando i sintomi sono facilmente irritabili, talvolta severi.
Utili sono anche la massoterapia e lo stretching per l’allungamento della muscolatura interessata; ad esempio allungamento dei muscoli flessori ed estensori della mano.
Nelle fasi post acute, si devono inserire programmi di recupero e rinforzo del tono-trofismo dei muscoli epicondilei. Una modulazione dei carichi di lavoro è senza dubbio necessaria al fine di un recupero attento e graduale dell’articolazione. Nelle fasi più avanzate saranno necessari inserire anche esercizi di potenziamento della spalla e una mobilizzazione completa del gomito.
Particolarmente utili possono risultare le terapie strumentali al fine di favorire l’irrorazione del distretto anatomico, con conseguente drenaggio degli elementi flogistici. Le onde d’urto sono spesso utilizzate a tal fine per favorire l’irrorazione dei tendini, mentre la laserterapia ad alta potenza serve a ridurre lo stato infiammatorio degli stessi.
Possono essere insegnati al paziente diversi esercizi mirati affinché vi sia una continuità, a domicilio, del percorso riabilitativo. Lo stimolo locale generato dagli esercizi mirati favoriscono la guarigione del distretto.
Se non curata adeguatamente l’epicondilite può portare ad una spirale di fastidio, dolore e limitazioni articolari che possono cronicizzare il quadro clinico, rendendo di fatto difficile l’effetto della terapia manuale fino a dover ricorrere alla terapia chirurgica. È sempre consigliato iniziare un approccio terapeutico mediante terapia manuale e solo successivamente ricorrere alla terapia cruenta.
In conclusione l’epicondilite laterale è una situazione clinica fastidiosa che non necessariamente insorge in seguito ad un trauma contusivo, una gestione lacunosa può portare ad un peggioramento severo del quadro clinico fino alla comparsa di una impotenza funzionale dello stesso arto. L’intervento tempestivo e mirato del fisioterapista, il quale può essere coadiuvato da terapia strumentale, riduce sequele fino alla risoluzione del problema stesso.
Lorenzo Reyes
Fisioterapista Physiolab Roma