Mio padre, novantenne in buona salute, ha subito nel mese di Gennaio intervento di artroprotesi d'anca a seguito di una caduta con rottura del collo del femore. Ha reagito benissimo all'intervento e dopo circa un mese di fisioterapia in struttura ospedaliera è stato dimesso. A casa sta continuando ormai da tre mesi la fisioterapia ma anziché progredire mi pare di notare una certa regressione rispetto a quanto faceva in ospedale. Il fisioterapista viene due volte a settimana e alterna esercizi sul lettino a "passeggiate" in casa con il deambulatore, passeggiate che - per istruzioni del fisioterapista - deve fare solo in sua presenza, cioè una volta a settimana. Mi è capitato di essere presente durante una di queste passeggiate ed ho notato che praticamente il peso del suo corpo è totalmente distribuito sugli appoggi ascellari e molto parzialmente sulla gamba non operata (peraltro affetta da artrosi) mentre tiene la gamba operata quasi sollevata da terra e con la punta verso l'esterno, tenendo una postura non eretta. Tra l'altro il fisioterapista, posizionato dietro di lui, sia pure dolcemente spinge il deambulatore in avanti, dandomi l'idea che la muscolatura delle gambe di mio padre non lavori affatto. Poiché io stessa ho subito due interventi di artroprotesi e ricordo bene il protocollo di riabilitazione comincio ad avere dei dubbi sull'efficacia di questi trattamenti. Premesso che prima dell'intervento mio padre, sia pure aiutato dalle stampelle a causa di una brutta artrosi alle ginocchia, era molto attivo e pieno di interessi (computer, internet, Facebook) questo "ozio" forzato sta generando in lui una forma di pigrizia fisica e mentale che mi preoccupa. Vorrei un consiglio sul da farsi. Vi ringrazio sin d'ora.